Il consistente nucleo di opere di Giacomo Balla nelle collezioni della Galleria Nazionale è frutto dell’illuminata generosità delle figlie dell’artista verso il museo. I 35 dipinti donati da Elica e Luce Balla nel 1984, comprendono alcuni capolavori, quali La pazza (1905, dal Polittico dei viventi), Affetti (1910); e, inoltre, opere chiave del periodo futurista, di cui la Galleria Nazionale era priva. Nel 1994 Luce Balla indicava la Galleria Nazionale quale destinataria di un ulteriore gruppo di opere, affidando a Maurizio Fagiolo dell’Arco l’incarico di selezionarle tra dipinti, disegni, studi.
La mostra che si apre alla Galleria Nazionale, a cura di Stefania Frezzotti, espone per la prima volta insieme le opere provenienti da entrambe le donazioni, offrendo così l’occasione di una rilettura essenziale, ma efficace, del percorso di Balla attraverso opere significative dei momenti salienti della sua attività: dalla fase pioneristica del primo decennio del novecento, quando Balla individua nel divisionismo e nella fotografia il linguaggio del moderno, attraverso poi le ricerche sulle dinamiche del movimento e della velocità; dagli studi per motivi decorativi e per le arti applicate, fino alla lunga stagione di adesione ad un suo personalissimo realismo e di ritorno ai temi a lui cari del paesaggio romano, del ritratto, degli affetti familiari.